Emissioni: piattaforma di lavoro
Il problema relativo alla piattaforma di lavoro presente presso il punto di campionamento si differenzia da quanto detto per il tronchetto di prelievo: infatti mentre l’installazione o la sostituzione di quest’ultimo risulta cosa di per se facilmente attuabile, per quanto riguarda la piattaforma di lavoro si devono tenere in considerazione sia fattori di pura progettualità, sia fattori prettamente pratici relativi alla sua installazione.
L’adozione di piattaforme sviluppabili in caso di campionamenti alle emissioni, è affetta da numerosi vizi correlati alla corretta selezione del mezzo: in base alle dimensioni necessarie in piattaforma, dalla portata, dal numero degli addetti per i quali è omologato, per la categoria di utilizzo (interno o esterno) e alle classi eoliche che il sistema può sopportare; infine ma non ultimo per importanza assume notevole rilievo, lo studio delle caratteristiche del terreno e gli spazi operativi dell’area dove il mezzo andrà ad operare.
Le piattaforme telescopiche e a pantografo necessitano della presenza a bordo della piattaforma di un manovratore, oltre che di una persona addestrata a terra per eseguire la manovra di emergenza. La piattaforma, se utilizzata in esterno, deve essere altresì dotata di sistema di rilevazione del vento.
E’ opportuno far rilevare, che la scelta di piattaforme mobili per una postazione fissa, deve essere opportunamente giustificata dalle cause ostative per la realizzazione di strutture permanenti
Nel 2003 è stata emanata una norma europea divisa in quattro parti e recepita anche in Italia dall’UNI come UNI EN ISO 14122 che, pur essendo specifica nel campo della sicurezza dei macchinari, può essere estesa anche al settore emissioni. Proprio la parte 2 definisce come piattaforma di lavoro una “superficie orizzontale utilizzata per il funzionamento, la manutenzione, l’ispezione, la riparazione, il campionamento e le altre fasi di lavoro relative al macchinario”.
Una norma specifica (UNI EN 13284) indica quali caratteristiche deve avere la piattaforma di lavoro per il campionamento di microinquinanti.
Si ricorda, inoltre, che il datore di lavoro dell’impresa sottoposta a verifica, ai sensi dell’art. 26 comma 2 del D.Lgs. 81/08, ha l’obbligo di redigere il documento di valutazione dei rischi contro le interferenze (DUVRI). Tale documento deve essere sempre disponibile al momento dell’accesso degli organi di vigilanza.
REQUISITI DELLE PIATTAFORME DI LAVORO PER CAMPIONAMENTI DI EMISSIONI CONVOGLIATE
Le piattaforme di lavoro devono essere fissate stabilmente alla struttura e caratterizzate da:
Praticità
- essere adeguate alle esigenze dei compiti da svolgere (libertà di movimento, carichi da applicare ecc.)
- tenere conto della trasportabilità della strumentazione da usare
- essere idonee alla durata del compito da svolgere
- essere sufficientemente ampie per il numero di operatori che si trovano a operare (in generale almeno 2 persone)
- avere una superficie tale per poter eseguire movimenti di lavoro non limitati e la necessità di spazio adeguato durante l’utilizzo della strumentazione
Sicurezza e costruzione
- essere sufficientemente stabili, rigide e resistenti a tutti gli agenti ambientali siano essi naturali (es. agenti climatici) che artificiali (es. agenti chimici)
- avere una pavimentazione costruita in modo tale da non consentire accumuli di acqua o di materiali solidi, specialmente nelle parti di giunzione, per non provocare scivolamenti, ostacoli o inciampi
- avere proprietà antiscivolo durevoli
- nel caso di piattaforme con pavimentazione aperta sovrastanti corridoi di passaggio, le aperture massime devono essere tali da non consentire il passaggio di una sfera da 35 mm di diametro; nel caso le piattaforme sovrastino punti di lavoro, tali aperture non devono far passare sfere da 20 mm
- avere, nel caso che i rischi da caduta di oggetti siano superiori a quelli di scivolamento, una pavimentazione esente da aperture
- essere collocate, per quanto possibile, lontano da fonti di calore o di emissione di sostanze dannose o materiali pericolosi
- devono avere dei corrimano con catene mobili oppure porte a chiusura automatica nella parte del parapetto che confina con le scale di accesso
- se possibile, devono essere dotate di prese, spine e apparecchiature elettriche e punti luce, impermeabili se esposte agli agenti atmosferici
- tutte le superfici aventi una temperatura ustionante (>50 °C), che si trovano nel raggio d’azione degli operatori addetti al campionamento, dovranno essere opportunamente protette o segregate mediante schermi protettivi disperdenti o isolanti (coibentatati)
- le superfici aventi una temperatura ustionante, poste al di fuori del raggio d’azione degli operatori ma che si trovano in una zona prossima alla zona di transito e di lavoro, devono essere segnalate in modo idoneo mediante apposita cartellonistica
- tutto l’edificio che, pertanto, comprende le strutture metalliche poste in quota, quali camini, torri, condotti, scale, passerelle e andatoie, dovrà essere protetto contro le scariche atmosferiche, se esposto a tale rischio. A tale scopo dovrà essere redatta preventivamente, una valutazione del rischio che stabilisca la eventuale necessità di protezione contro le scariche atmosferiche , in conformità alla norma CEI EN 62305 (CEI 81.10) e quindi realizzare gli apprestamenti previsti dalla citata norma tecnica
- essendo la postazione di prelievo, generalmente, collocata in zone remote e spesso in prossimità di impianti tecnologici particolari, che ne discriminano il transito, la segnalazione e la normale comunicazione, le procedure per l’allarme e l’evacuazione devono essere oggetto di particolare attenzione nella progettazione e disposizione dei presidi di comunicazione e di allarme.
Dimensioni
- devono essere dotate di parapetti con corrimano di circa 0,5 m e 1 m di altezza e fermapiedi verticali di circa 0,15 ÷ 0,20 m. Tali parapetti non devono distare più di 50 cm dal tronchetto di prelievo
- devono avere un’altezza minima libera, sopra la piattaforma di lavoro, di 210 cm (o 190 cm se la piattaforma è usata occasionalmente o se la riduzione di altezza riguarda solo una minima parte)
- devono poter sopportare un carico concentrato di almeno 400 kg
- nel caso sia prevista la determinazione di più parametri a una singola emissione, la dimensione e la dotazione della postazione non dovrà determinare ritardi rispetto alla normale operatività dell’ente di controllo
- nel caso di sezioni di campionamento con diametro superiore a 500 mm si dovranno esplorare due diametri: pertanto la piattaforma ne dovrà tenere conto. Esempi di piattaforme possono essere:
Parametri da controllare
- per camini dove non è richiesto il controllo dell’isocinetismo, la superficie della piattaforma deve avere un’area minima totale di 2 mq con una lunghezza di fronte al/i tronchetto/i di prelievo non inferiore a 1,2 m;
- per camini dove è richiesto il controllo dell’isocinetismo o la determinazione delle frazioni fini delle polveri (PM10 e/o PM2,5), la superficie della piattaforma dovrà avere un’area totale non inferiore a 3 mq con una lunghezza di fronte al/i tronchetto/i di prelievo non inferiore a 1,5 m;
- per camini dove sono da ricercare microinquinanti organici la superficie della piattaforma deve avere un’area totale non inferiore a 5 mq con una lunghezza di fronte al/i tronchetto/i di prelievo non inferiore a 2 m; tale postazione deve inoltre essere protetta con copertura posta a un’altezza di circa 210 cm dal piano di calpestio;
- per piattaforme circolari o semicircolari che corrono lungo la circonferenza del condotto la larghezza minima deve essere di almeno 80 cm.
Un discorso a parte meritano i punti di emissione dotati di sottostazione filtrante; in molti casi la parte superiore del filtro risulta sufficientemente ampia e calpestabile rendendo necessario solo provvedere alle dotazioni dei servizi necessari a completarne l’idoneità