Rischio esposizione a ultrasuoni
Gli ultrasuoni (US) sono onde acustiche e, al pari del rumore e degli infrasuoni, sono trattate all’interno del Titolo VIII del D.Lgs. 81/08. Gli US sono caratterizzati da frequenze al di sopra del limite superiore di udibilità per l’orecchio umano.
Con riferimento agli articoli 28 e 181 del D.Lgs.81/08, il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad US in modo da identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica ed alle buone prassi ma questo non comporta necessariamente l’effettuazione di misurazioni.
Magister è in grado di dare supporto al datore di lavoro durante la valutazione del rischio previsto dal Titolo VIII del D.Lgs. 81/08.
In generale il rischio occupazionale da esposizione a US è legato principalmente alla possibilità che il lavoratore possa entrare a contatto diretto con gli US generati dalla sorgente.
Dispositivi che operano nell’intervallo di frequenze dei megahertz sono in grado di danneggiare i tessuti solo in caso di contatto diretto del corpo con la sorgente.
Nel caso di propagazione aerea gli operatori possono risultare esposti a livelli nocivi per l’apparato uditivo, come può avvenire nel caso di addetti a saldature o pulitrici o altri apparati ad US.
Nel caso di generazione e propagazione di US in un mezzo diverso dall’aria, la differenza di impedenza fra il mezzo in cui vengono generati (ad esempio l’acqua) e l’aria comporta un’elevata riflessione all’interfaccia: di conseguenza la quasi totalità dell’energia ultrasonica rimane confinata nel mezzo stesso. Tuttavia, in alcuni casi l’emissione di US in aria potrebbe essere rilevante.
Effetti soggettivi. La percezione di tali effetti può variare da individuo a individuo. Sono stati segnalati affaticamento eccessivo, cefalea, nausea, vomito, gastralgie, sensazione di occlusione e pressione nell’orecchio, ronzii, disturbi del sonno, perdita del senso di equilibrio, vertigini ecc. anch’essi presumibilmente dovuti alle componenti udibili di alta frequenza (sub armoniche delle emissioni ultrasoniche). Inoltre, alcuni individui, in particolare i soggetti più giovani, possono percepire sensazioni uditive in presenza di US alle frequenze più basse (16-20 kHz) con possibile disagio.
Effetti di cavitazione in organi/tessuti contenenti gas anche disciolti. Tali fenomeni, di tipo meccanico, sono in genere determinati dall’applicazione degli US in ambito estetico e medico.
Effetti termici su organi e tessuti. Si riferiscono principalmente ad US a frequenze > 1 MHz. L’assorbimento localizzato o diffuso di energia può provocare il riscaldamento del tessuto interessato, con entità dipendente dalla frequenza ultrasonica. Il danno è funzione del calore accumulato e quindi della variazione di temperatura nel tessuto.
Per frequenze superiori a circa 300 kHz, ai fini pratici si può affermare che gli US non si propagano in aria, in quanto i fenomeni di assorbimento diventano rilevanti in percorsi dell’onda dell’ordine del millimetro. In ambiente di lavoro gli US sono quasi sempre generati in aria o in altro mezzo fluido per produrre specifici effetti.
- macchine e impianti con circolazione di gas ad alta pressione
- macchine e impianti con parti rotanti o striscianti
- lavatrici a US
- tecniche non distruttive passive per la rilevazione di crepe o difetti invisibili
- saldatura di materie plastiche in impianti di confezionamento
- applicazioni mediche in diagnostica e terapia (ecografia, fisioterapia)
- bisturi a ultrasuoni per ottenere dissezione, taglio e coagulo dei tessuti molli
- applicazioni in ambito estetico e di medicina estetica
- ablatori utilizzati in ambito odontoiatrico per la rimozione di placca e tartaro
- sistemi antintrusione, dissuasori per roditori, volatili, insetti, distanziometri ecc.
Va, infine, evidenziato che emissioni di US possono essere generate anche da alcuni apparati quali: compressori, valvole, caldaie, utensili pneumatici, turbine gas/vapore, macchine utensili ad alta velocità (piallatrici, fresatrici, seghe circolari ecc.).
A differenza di altri agenti fisici, per i quali sono previsti capi specifici riportanti valori limite di esposizione, gli ultrasuoni non sono oggetto di un capo specifico (nel D.Lgs. 81/2008), né è attualmente vigente alcuna altra normativa nazionale che definisca valori limite di esposizione cogenti a cui debba riferirsi il datore di lavoro nella valutazione del rischio.